Vi è una dolorosa precisione scientifica nella lingua di Bregoli.
Questo aspetto ci spinge a intendere la Parola non solo come indagine oltre la quale non è possibile nessun’altra indagine (quindi, come sommo segnale della fine di ogni rapporto, di ogni dualità), ma soprattutto come riflessione della lingua sulla lingua.
Si tratta di una meditazione che mostra il senso più acuto di quella forma di resistenza e di difesa che noi chiamiamo Arte: la prospettiva della comunicazione poetica precede e supera, confutandolo, il linguaggio stesso delle lingue.
(dalla Postfazione di Mario Fresa)