di Silvia Colombo
Nessuno ha più voglia o sa raccontarci l’America quotidiana, quella dal basso che esiste ancora al di là delle facili etichettature: i pochi grandi inviati rimasti ci parlano più che altro di Wall Street, Capitol Hill e Casa Bianca. L’America degli immigrati messicani e sudamericani che vogliono fare fortuna, l’America del profondo Sud e dei telepredicatori, l’America delle periferie delle grandi metropoli sulle coste e il Mid West, il granaio d’America che oggi vede scomparire le famiglie di contadini su cui si è costruito questo paese, con le loro torte di mele e il “fried chicken”, il pollo fritto. L’America delle profonde esperienze religiose e quella degli immensi college dove si concentra la vita giovanile.
Per sentire parlare di questo mondo affascinante e contraddittorio ci affidiamo allora a “inviati speciali” come Riro Maniscalco che a un certo punto della sua vita lascia l’Italia e si trasferisce qui (...) e grazie alla sua curiosità profonda si immerge completamente in questo “nuovo mondo”.
(...) E se si comincia a leggere il primo racconto c’è il rischio di non interrompere la lettura e di leggerlo di un fiato fino alla fine.
(dalla Prefazione di Giorgio Vittadini)
Quattro dei miei ventidue anni di vita in America. Sì, quello che è raccolto in questo libro è il racconto fatto ad amici cari, lettori sconosciuti e anzitutto a me stesso di quel che mi son visto capitare attorno in questi ultimi anni. E di quel che sono riuscito a capirci!
Della mia scoperta dell’America avevo già scritto. Qui troverete quello che la mia vita da americano mi è andata proponendo quotidianamente: cose belle, cose brutte, cose strane, a volte drammatiche. Cose accadute: quattro anni di vita, con tutti gli scossoni, pensieri, ripensamenti e un continuo paragone col mio cuore. Un cuore e due patrie!
(Riro Maniscalco)